Radici storiche
L’attività della Scuola Bolognese di Psicoterapia Cognitiva (SBPC) muove dallo storico interesse dei direttori Furio Lambruschi e Silvio Lenzi per la formazione in Psicoterapia Cognitiva che già dalla fine degli anni ’80 li portava a organizzare vari Training di Formazione di Base e alcuni Master di specializzazione, sempre inerenti la terapia cognitiva. Dalla struttura quadriennale dei Training di Base, raffinata via via in numerose edizioni realizzate in collaborazione con Vittorio Guidano e Giovanni Liotti, capiscuola di quella corrente innovativa del cognitivismo clinico recentemente definita “svolta relazionale”, nasce l’articolazione didattica degli attuali Corsi di specializzazione in Terapia Cognitiva riconosciuti dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR). Tali corsi costituiscono l’attività centrale della Scuola e sono rivolti a psicologi e medici che vogliano essere formati e abilitati all’esercizio della Psicoterapia Cognitiva con orientamento costruttivista ed evolutivo. Tale prospettiva, specifica della Scuola, è legata irrevocabilmente alle sue radici cognitivo-comportamentali, ma anche rappresentativa dei principali contributi originali che il cognitivismo clinico italiano ha realizzato negli ultimi decenni. La proposta didattica della scuola infatti se da un lato fa riferimento agli standard di intervento suggeriti dall'European Association for Beavioural and Cognitive Therapy (EABCT) ispirandosi a principi e risultati sostenuti da evidenze scientifiche, dall’altro presenta alcune specifiche caratteristiche, relative sia al modello teorico-clinico che al metodo di formazione.
Le basi scientifiche e i referenti istituzionali (versione estesa)
Il modello e i target di intervento
Avvalendosi dei contributi dei principali esponenti del cognitivismo clinico italiano, il modello proposto dalla SBPC mette in primo piano da un lato la complessità della conoscenza personale, nel suo aspetto di costruzione attiva e di autonomia della componente emotiva, dall’altro abbraccia la prospettiva evolutiva, proponendo un taglio longitudinale biografico alla comprensione del funzionamento psicologico individuale, sia normale che patologico.
I concreti riferimenti alla Teoria dell’Attaccamento, ai più recenti sviluppi delle scienze cognitive, agli aspetti evoluzionistici delle teorie motivazionali, nonché ai contributi della linguistica, della pragmatica, ed anche della riflessione fenomenologica ed ermeneutica sulla patologia, fanno della proposta della scuola un originale esempio di integrazione assimilativa. La complessità teorica del modello non perde comunque di vista il rigore applicativo delle radici cognitivo-comportamentali e realizza un vitale e fecondo confronto con i contributi più recenti del cognitivismo internazionale (Schema Therapy, Mindfulness Based Therapy; Compassioned Mind Therapy, Cognitive Analytic Therapy solo per citarne alcune) e di altre scuole affini quali ad esempio l’EMDR e la Terapia Senso Motoria. È nell’ambito di tale confronto che nell’iter dei quattro anni viene ampliato in modo integrativo il consolidato insieme delle tecniche di area cognitivo-comportamentale, proponendo una articolata configurazione di procedure di intervento. Un primo blocco verte sui protocolli terapeutici tradizionali dell’approccio cognitivista di comprovata efficacia, basati sul modello cognitivo dell’ABC. Un secondo blocco propone una visione originale dell’intervento sulle narrative, intendendolo principalmente come cornice per la facilitazione e il tailoring dell’applicazione delle procedure standard e di altre tecniche di intervento, indicata in particolare per i Disturbi di Personalità di Asse II, il cui trattamento richiede alte competenze tecniche e relazionali, nonché la capacità di integrare molteplici procedure.La dimensione evolutiva propria del modello SBPC porta a dedicare particolare attenzione, oltre che alla patologia dell’adulto anche ai disturbi dell’età evolutiva, generalmente sotto-rappresentati nei programmi delle scuole ad orientamento cognitivo-comportamentale; in effetti la comprensione evolutiva della psicopatologia e del funzionamento soggettivo dell’adulto permette di concettualizzare in una visione di continuità il realizzarsi della psicopatologia nelle diverse età della vita.
Il metodo di formazione
Il metodo di formazione della SBPC riflette e sviluppa l’originale intuizione dei capiscuola Guidano e Liotti di applicare le pratiche di auto-osservazione ad una sistematica osservazione ed esplorazione della conoscenza di sé. La pratica della osservazione dell’esperienza soggettiva e il suo riordinamento tramite il modello ABC da una parte, e le sistematiche rielaborazioni delle narrative personali realizzate attraverso codificate metodologie conversazionali dall’altra, costituiscono la spina dorsale della formazione dell’allievo che prevede una sistematica applicazione su sé stesso delle procedure terapeutiche di base.
Si tratta in effetti di una sofisticata forma di self-practice e self-reflection, realizzata tramite il lavoro personale in gruppo e perfezionabile successivamente in un setting individuale. Tale percorso rappresenta da una parte una metodologia specifica di addestramento all’uso delle procedure e delle tecniche terapeutiche, dall’altra una originale via di conoscenza e cura di sé, orientata a favorire l’evoluzione personale. Centrale in tale percorso è la rilevanza riservata allo sviluppo delle competenze emotive e relazionali del terapeuta, non meno importanti delle competenze tecniche, anche per chi adotta un approccio cognitivo-comportamentale.
L'organizzazione della didattica
Il lavoro in parallelo tra le sedi di Bologna e Forlì, in cui si realizza un analogo percorso di formazione, è caratterizzato da un lato dalla consolidata stabilità dell’equipe della Formazione Professionale Specifica, dall’altro da una continua e virtuosa selezione delle eccellenze didattiche degli insegnamenti teorici e dei seminari clinici.
L’equipe della Formazione Professionale Specifica si avvale della presenza su entrambe le sedi di un nucleo ristretto e stabile di didatti coordinato dai direttori, i quali realizzano in prima persona le principali parti del programma, le esercitazioni e le supervisioni cliniche, caratterizzando in modo decisivo lo svolgersi dei quattro anni di corso.
In parallelo alla Formazione Professionale Specifica, le Lezioni Teoriche di Base e i Seminari Clinici Avanzati vengono svolte da insigni docenti di comprovata esperienza negli specifici settori.
I seminari sono raggruppati nei seguenti moduli, sviluppati su più annualità:
Scienze Cognitive, Neuroscienze e Teoria dell’Attaccamento;
Psicopatologia clinica;
Psicologia dello sviluppo e Psicopatologia dell’età evolutiva;
Strumenti standardizzati di Assessment;
Terre di confine: scuole di psicoterapia, psico-farmacologia, metodologia della ricerca e deontologia;
Tecniche di Psicoterapia Cognitiva e ottica costruttivista;Psicoterapia Cognitiva dell’adulto;Psicoterapia Cognitiva dell’età evolutiva;
Psicoterapia Cognitiva nelle diverse condizioni della vita: adolescenza, coppia, problemi sessuali, anziano.
La proposta formativa del Corso Ministeriale prevede inoltre due workshop dedicati a metodologie operative di indiscussi riconoscimento ed efficacia (attualmente Coping Power ed EMDR, in precedenza moduli di Schema Therapy e Compassion Focused Therapy) e un Meeting annuale, dedicato a temi di attualità scientifica e terapeutica, in cui gli allievi entrano in contatto diretto con esperti di rilevanza internazionale. Tali eventi vengono costantemente selezionati in linea con i contenuti del modello proposto con l’obiettivo di stimolare un confronto critico e un avanzamento delle conoscenze di allievi e didatti.
Ogni singolo Corso è curato da due Tutor Co-didatti che presenziano a tutte le attività previste nel programma dei quattro anni, accompagnando l'allievo nel suo percorso di formazione e coadiuvando con grande efficacia i didatti nel favorire una ottimale integrazione tra i diversi insegnamenti.
Infine, relativamente all’integrazione fra ricerca scientifica e pratica clinica, segnaliamo la possibilità che la scuola offre ad ogni allievo di partecipare a specifici progetti di ricerca, senza con questo penalizzare in alcun modo il monte ore delle attività didattiche. A questo proposito teniamo a segnalare come, grazie all’ottimizzazione dei tempi e della efficienza di ogni spazio formativo, venga data a ogni allievo la possibilità di svolgere per intero l’iter di formazione e supervisione, fino all’accesso all’esame finale, nell’ambito delle ore di attività previste dalla quota di iscrizione.
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